Le emozioni: le basi della motivazione

di Giulia Momoli

La motivazione è una spinta. Una spinta interiore. Forte. È un movimento verso un obiettivo o via da un problema. È un’emozione che ti permette di trovare risorse anche laddove pare siano terminate.

Per un’atleta la motivazione è una compagna di allenamento e di gara, fuori e dentro gli orari in cui è impegnato. Una compagna di avventure, nei momenti buoni, ma anche nei momenti meno buoni.

La motivazione è ciò che ti permette di svegliarti ogni mattina, in qualsiasi condizione climatica, nonostante gli acciacchi fisici, la stanchezza, la monotonia, le troppe ore di studio alle spalle… e di prepararti, di vestire i panni dell’Atleta, di eseguire la tua routine e tuffarti in piscina, o in pista, o in campo, o in palestra a lavorare sui tuoi limiti.

La motivazione è quella forza che ti aiuta a rimetterti in piedi anche di fronte all’ennesimo infortunio. Quello che proprio ti fa dire: “No, non adesso. Non di nuovo. Non me lo merito”.

E anche quando tocchi il fondo e hai il timore che stavolta non risalirai, ecco che appare lei. Una luce. Dapprima fioca, poi sempre più vicina, sempre più tangibile. È la luce che ti porta a riconoscere e ricordare tutti i motivi per cui lo vuoi ancora. Per cui ce la vuoi fare.

La motivazione è il valore che alimenti non solo al traguardo, ad obiettivo raggiunto, ma nel percorso che costruisci giorno dopo giorno. È la risposta alla domanda: “Perché è importante per te fare quello che fai?”.

La motivazione è il motivo che ti spinge all’azione. È tuo, è dentro. Intrinseca, la chiamano. Quindi non sei mosso (solo) da ricompense esterne, ma principalmente da ricompense interiori. E quelle ricompense interiori, alla fine, sono emozioni.

Il Mental Coach può accompagnarti a riconnetterti con questa parte di te, quando ti sembra di non riuscire a farlo da solo. È uno dei suoi compiti: motivarti.

C’è un po’ di disprezzo nell’aria quando si parla del motivatore, hai notato? Salta in mente l’immagine del guru americano che urla su un palco per cambiarti la vita. Ma un Mental Coach è ben più di questo. Motivare i suoi Coachee è parte integrante del suo lavoro, così come conoscere quali sono le leve da toccare con la persona che ha di fronte.

Saper motivare è anche un ruolo importante e ben preciso del tuo allenatore.

L’allenatore per farlo lavora su due ambiti: il primo è motivare se stesso. Non puoi essere un buon allenatore se non sai che cosa ti spinge, che cosa ti muove. Se non sai dove sei diretto e per quali valori e ricompense sei disposto a sacrificarti. Il secondo ambito è motivare l’altro: il gruppo o l’atleta singolo.

L’allenatore, per tenere il team compatto, deve far guardare tutti nella medesima direzione. E allo stesso tempo deve conoscere quali sono le motivazioni che guidano il singolo, affinché le metta a disposizione della squadra. A volte è inevitabile perdere la rotta, o distrarsi, o perdere entusiasmo rispetto all’obiettivo. Allora lui te lo ricorda, è lì anche per questo: per portarti a spostare il limite, per alzare l’asticella e per focalizzarti quando non lo sei.

Quindi l’allenatore diventa più completo quando si allena a diventare – anche – colui che sa motivare i propri atleti.

Come puoi guidarlo tu, da Mental Coach, a farlo? Da Coach lavorerai per aumentare la sua sensibilità (intesa come saper cogliere il momento giusto) e per dargli degli strumenti efficaci che possano integrare la sua preparazione.

Sono 3 i momenti in cui principalmente l’allenatore ha bisogno di conoscere e sfruttare il perché dei suoi atleti:

  • Durante le riunioni di squadra e individuali
  • Nel discorso pre partita
  • Nei time out

L’allenatore in quei momenti desidera:

  • saper dire la cosa giusta nel giusto momento
  • sapere usare le parole corrette
  • saper spingere l’atleta quando si blocca o quando è giù di morale
  • migliorare il suo approccio
  • migliorare il modo che ha di comunicare
  • guidarlo verso un cambiamento
  • fare in modo che l’atleta metta a disposizione le sue qualità

Da Sport Coach lo guiderai a:

  • comprendere che cosa lo muove interiormente affinché abbia, anche nei momenti difficili, le sue certezze
  • conoscere quali espressioni evitare, quali rinforzare e quali allenare nel dialogo con se stesso e nel dialogo con i suoi atleti
  • sapere a quali parole fare attenzione per evitare di suscitare effetti non desiderati nella squadra e quali parole invece sono in grado di aprire cuori e volontà dei suoi giocatori
  • dare un perché alla sue decisioni per renderle più comprensibili e più forti
  • ispirare le sue persone.

Esercizio

Puoi suggerire questo esercizio ai tuoi atleti e ai tuoi allenatori. Li aiuterà ad indagare che cosa li motiva a fare quello che fanno. Prendi carta e penna e scrivi al centro del foglio il tuo obiettivo. Cerchialo, poi fai partire delle frecce che vanno verso l’esterno, tutte intorno all’obiettivo cerchiato. Chiediti: “Perché è importante per me raggiungere questo obiettivo?” Cosa mi darà raggiungere questo obiettivo? E inizia a scrivere una risposta su ciascuna freccia. Saranno cose tipo: per la gratificazione del grande lavoro fatto, per rendere felice la mia famiglia, successo, visibilità, gioia, sponsor, un contratto migliore il prossimo anno, soddisfazione, e via così… Fino a completare la raggiera ad un primo livello. Continua a farti queste domande, soprattutto se non riesci a proseguire. A questo punto, prendi le motivazioni del primo livello e, facendo una nuova freccia verso l’esterno, scomponile ad un secondo livello chiedendoti: “Perché è importante per me (esempio come sopra) sentirmi gratificata del lavoro fatto? Perché me lo merito, perché l’ho voluto con tutte le mie forze… Perché è importante per me rendere felice la mia famiglia? Per amore, per condivisione, per rispetto… Perché è importante per me avere successo? Per avere conferma che sono importante, per sentirmi appagato, visto… Chiaro l’esercizio? In sostanza, alla fine di questo esercizio, che può continuare fino ad esaurimento dei tuoi perché, andando anche a livelli di profondità successivi, ti troverai ad avere al centro il tuo obiettivo e tutti intorno i motivi per cui è importante per te raggiungerlo. La cosa che balzerà all’occhio e alla consapevolezza del tuo sportivo è che, anche dove ci sono motivazioni materiali – che sono super ok – andando a rispondere a queste domande scoprirà che, alla base di ciò che lo muove, ci sono sempre delle emozioni. Perché una persona non fa quello che fa solo per raggiungere un obiettivo, ma lo fa per le emozioni che le darà raggiungere quell’obiettivo. Buon lavoro!