Come trovare clienti: l’articolo del lato oscuro del Coaching

Il lato oscuro del Coaching è la rubrica di CoachMag che ti aiuta a costruire un percorso logico-razionale volto all’acquisizione dei tuoi clienti di Coaching. Ogni articolo una tessera di un puzzle alla creazione di un concreto Marketing Plan. In queste righe ora leggerai un tassello fondamentale: qual è l’atteggiamento giusto.

Sebbene questa rubrica si concentri sull’avvio e lo sviluppo della professione di Coach, il suo spirito è sempre stato quello di stimolare una riflessione su tutto quello che i Coach, o il mondo del Coaching in generale, tendono ad ignorare perché ritenuto troppo concreto o “terreno” da coloro che vivono il Coaching con grande coinvolgimento spirituale.

Il compito che mi sono assunto è sempre stato quello di scrivere “della realtà, di tutta la realtà”, e con questo articolo voglio muovere una critica alle nuove “mode” relative alla realizzazione di sé e dei propri obiettivi, come quello ad esempio di trovare clienti.

Negli ultimi anni infatti si sono moltiplicati i “guru del tutto facile”. Costoro hanno cavalcato il desiderio diffuso e profondo di realizzare una vita di appagamento proponendo ricette delle più varie, accomunate da un fattore: la facilità. Il successo, qualunque cosa significhi per il lettore dei loro testi, doveva es- sere facile e immediato.

Abbiamo assistito perciò a pubblicazioni che illudevano i lettori di poter cambiare la propria vita in soli quattro secondi, come a veri e propri fenomeni editoriali che hanno convinto milioni di persone in tutto il mondo che sarebbe stato sufficiente “chiedere all’universo ciò che si desidera e questo sarebbe arrivato”, solo per citarne alcuni. 

Ma anche autori decisamente più seri e impegnati sono spesso caduti nella trappola del “tutto e subito”, di solito esaltando il concetto di “motivazione” come la leva attraverso la quale si realizza il successo. Basta trovare ciò che ci motiva davvero, di solito collegato a uno o più dei nostri valori, che il successo sarà inevitabile.

Dopo anni di osservazione di me stesso, di chi mi circonda, di questo mondo e, soprattutto, dei miei clienti di Coaching, credo di poter affermare che: la motivazione è condizione necessaria, ma non sufficiente alla realizzazione dei propri obiettivi. Dico ciò perché ho visto troppe persone sinceramente e fortemente motivate “aggredire” l’obiettivo, salvo poi sciogliersi come neve al sole di fronte alle prime difficoltà. La motivazione a quel punto si è trasformata in frustrazione: “io so cosa mi renderebbe felice, ma non ce la faccio”.

Allora cosa serve per raggiungere il proprio successo? Cosa serve davvero per trovare clienti? La motivazione deve essere affiancata da un altro concetto, molto in disuso negli ultimi anni. Un concetto che è stato accantonato – a mio modestissimo parere – anche perché è stato associato ad una parte politica ben precisa. Invece si tratta di qualcosa che l’umanità promuove come virtuoso dalla notte dei tempi: l’autodisciplina.

Credo infatti che la motivazione sia utile a cominciare qualcosa e l’autodisciplina sia necessaria per portarla a termine. Motivazione e autodisciplina sono come i due bordi di una stessa nave, se manca uno dei due la nave non può navigare. La motivazione senza l’autodisciplina diventa inconcludenza. L’autodisciplina senza motivazione rischia di diventare sterilità.

Quando mi trovo di fronte le persone che vogliono avviare la loro professione di Coach, normalmente sono motivate, entusiaste, creative e vogliose di realizzare subito il loro sogno di diventare professionisti affermati. Sono come degli artisti ispirati, che vogliono vedere la loro idea realizzarsi all’istante. Quel “tutto e subito” su cui fanno leva i suddetti sedicenti (e seducenti) guru. Per buttarsi nella nuova impresa questo è necessario.

Ma cosa succederà tra qualche settimana, quando l’entusiasmo andrà scemando e sopraggiungerà la prima stanchezza accompagnata dall’assenza di risultati? È qui che si deve saper soffrire. Sì: soffrire! Ma andare avanti lo stesso un passo alla volta, facendo ogni giorno il proprio compito. Anche quando si è stanchi. Anche quando è festa. Anche quando ci si racconta: “oggi proprio no!”.

È in quel momento che l’artista deve diventare un monaco, imponendo a se stesso un regime rigoroso, fatto di abitudini virtuose ripetute senza eccezione alcuna. Mantenere la motivazione, la ragione profonda per cui si è scelto quell’obiettivo, e lavorare disciplinatamente ogni santo giorno. Sapendo che la professione di Coach si costruirà un mattoncino alla volta. Un cliente alla volta. Un rifiuto alla volta. Una fattura alla volta.

Con la consapevolezza che il vero successo non si manifesterà all’improvviso come uno spettacolo pirotecnico, ma più probabilmente un giorno – parafrasando Sant’Agostino: ci si volterà indietro e ci si renderà conto di aver realizzato anche ciò che si era creduto impossibile.

(Articolo a cura di Luca Berni, Executive & Team Coach e Contributor CoachMag)

Trovi questo e altri importanti contenuti dedicati al come trovare clienti sul numero 33 di CoachMag, il Magazine del Coaching, disponibile a questo link.

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